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   50° anniversario del pio transito del Vescovo di Campagna, Mons. GiuseppeMaria Palatucci

 

Giuseppe Maria Palatucci

31 marzo 1961 – 31 marzo 2011

Nella ricorrenza del 50° anniversario del pio transito del Vescovo di Campagna, Mons. Giuseppe Maria Palatucci.
La pubblicazione del presente “Quaderno del Comitato” si è resa necessaria dopo il verificarsi di un evento straordinario il 25 aprile 2007 nell’Urbe. In occasione della 62° Festa della Liberazione dall’oppressione nazifascista in Italia ed in omaggio al Milite Ignoto, all’Altare della Patria in Roma, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha assegnato ben due Medaglie d’Oro al Merito Civile, alla Città di Campagna ed “alla memoria” del suo Vescovo Mons. GiuseppeMaria Palatucci.
Per quest’ultima onorificenza la pratica viene istruita  al Ministero dell’Interno su proposta del sacerdote don Vincenzo Manzione caldeggiata dal Comitato Giovanni Palatucci di Campagna, presieduto da Michele Aiello.  
A ritirare l’ambito riconoscimento dalle mani del Capo dello Stato, prima della partenza per Cefalonia, S.E. Rev.ma Mons. Gerardo Pierro, ex Arcivescovo Metropolita di Salerno-Campagna-Acerno. Un primato congiunto che fa onore alla nobilissima Città, al suo civilissimo popolo, al suo illustre presule.
Rivolgiamo ora un grato e commosso ricordo al Mons. Giuseppe Maria Palattucci, vescovo di Campagna dal 1937 al 1961, che spese la propria vita al servizio della “legge dell’amore”. Per capire quale straordinario uomo sia stato il vescovo Palatucci bisogna riportarsi all’epoca barbara in cui si è trovato ad operare.
Francescano, religioso dell’Alma Provincia di Napoli dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, dal 16 giugno 1940 alla fine di settembre del 1943, si distinse per la benemerita e provvidenziale opera di salvataggio di centinaia di ebrei internati a Campagna nei due campi di concentramento istituiti nell’ex convento Domenicano di San Bartolomeo e in quello degli Osservanti dell’Immacolata Concezione.
Negli anni bui della Seconda guerra mondiale fu sollecitato dalla “caritas divina”, che gli infiammava il cuore. Con la sua eroica azione benefica a favore dei “fratelli maggiori” scrisse una delle pagine più belle della sua antropologia e teologia dell’amore e della croce. Mons. Palatucci era cristianamente convinto che l’amore più grande e più vero fosse quello di chi dona la propria vita per i “fratelli” disprezzati da un ingiusto ed efferato odio e perseguitati dalle vergognose leggi razziali.
Ha scritto don Vincenzo Manzione sull’Osservatore Romano: “La medaglia d’oro al vescovo Palatucci rende onore e testimonianza alla sua virtù eiroica della carità e vuole essere un invito a tutti noi a lasciarci trasformare dall’amore della Croce di Cristo. L’esempio di Mons. Palatucci ci aiuti a riprendere con umiltà il cammino della perfezione, recando così al mondo contemporaneo la potenza salvifica del Vangelo”.
Nacque a Montella, in provincia di Avellino, nel 1892: che strana coincidenza, era lo stesso giorno, proprio il 25 Aprile!
Il 31 marzo 1961, dopo aver visitato i Sepolcri e partecipato alle funzioni religiose del Venerdì Santo, si spense nella gloria di Dio, nel palazzo del Seminario diocesano di Campagna, nell’appartamento che ci auguriamo diventi presto “Luogo della Memoria”. E’ sepolto a Montella, terra che gli aveva dato i natali, nella chiesa di San Francesco a Folloni. L’eroico presule proveniva da Ravello. In quegli anni aveva fondato la rivista “Luce Serafica”, che farà risplendere gli insegnamenti francescani.
“Lucerna lucens” formidabile, per ben ventiquattro anni resse le sorti della diocesi di Campagna.
La figura e l’opera di Mons. Palatucci non possono sfuggire alla mente e al cuore dei fedeli che l’hanno conosciuto: per cultura, costume, nobiltà d’animo, gentilezza e spiccato altruismo. Il suo ingresso a Campagna fu un vero trionfo, un tripudio di folla osannante. Chi non ricorda le sue profetiche omelie, che terminavano sempre con le stesse parole: “Giorni tristi verranno, la Russia si convertirà ed il cuore Immacolato di Maria trionferà”.
Era stato compagno di seminario di Padre Massimiliano Kolpe, l’eroico sacerdote salito agli onori degli altari, proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II. Il nome del vescovo Palatucci, in Vaticano, è inciso nel marmo: tra i sostenitori del Dogma dell’Immacolata, tanto da costituire nella sua diocesi numerose “milizie”.
Eroe fu Mons. Palatucci dopo il bombardamento aereo da parte degli alleati sulla Città di Campagna, ed in particolare su piazza Mercato, oggi Largo della Memoria, il 17 settembre 1943, dove persero la vita circa duecento persone, per lo più vittime civili di guerra, tanti sfollati, gente innocente, rea di sostare lì in attesa di ricevere la misera razione di pane,da ritirare con la non dimenticata “tessera”. Scrive il Cav. Alessandro Volpe di Potenza sul “Quotidiano della Basilicata”:”Ecco il monatto di manzoniana memoria, animato da cristiana carità e dalla forte tempra irpina, si mise a spingere il carretto strapieno di corpi esamini, con il cuore in gola per dare loro una degne sepoltura”.
Mise in opera quanto scritto nel motto del suo stemma episcopale che ci pregiamo riportare nella quarta pagina di copertina: “La mia fortezza è nella fede e nell’amore”.
Lo zio vescovo di Giovanni Palatucci, Questore di Fiume, fu un esempio di umanità ed offrì tutta la sua francescana disponibilità collaborando con il nipote che operava instancabilmente  a favore di ebrei, rifugiati politici, profughi, apolidi, bisognosi e tutti coloro che noi oggi cataloghiamo chissà perché tra gli “ultimi”.
Concludiamo la presentazione dell’opuscolo con una nota, indirizzata ai detrattori, che non vuole essere polemica, ma vuole solo ristabilire la verità dei fatti.
Alcuni hanno detto e scritto che a Campagna c’era un vero e proprio “lager” ed hanno etichettato il Santo Padre Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli, come “il Pontefice della vergogna” o il”Papa del silenzio”.
La nostra risposta è nelle pagine che seguono: occhio alle lettere pubblicate nei documenti! Pio XII divenne Papa nel 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale: molti, ma inascoltati, i suoi appelli contro il conflitto.
La sua causa di beatificazione, dopo circa quarant’anni dall’apertura, il 18 ottobre 1967 per volontà di Paolo VI, nei giorni scorsi ha superato l’ultimo ostacolo. L’8 maggio, infatti, dopo un tempo non breve e con una lunga catena di polemiche la Congregazione per le Cause dei Santi ha deciso a maggioranza il via libera della Chiesa Cattolica a proclamare Pio XII Beato.
Ci piace darvi l’appuntamento al prossimo “Quaderno” con l’auspicio che presto anche Mons. GiuseppeMaria Palatucci venga riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” in modo che il suo nome sia annoverato nell’Istituzione del Memoriale Ebraico dell’Olocausto “Yad Vashem” di Gerusalemme.
Il suo fulgido esempio sia ricordato per sempre dalle comunità Ebreiche e dall’intero Stato d’Israele, per tributargli un doveroso riconoscimento, per la salvaguardia della memoria storica del passato e per rievocare l’eroicità del vescovo di Campagna alle future generazioni.

Carmine Granito