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   Campagna: Centro antico e centro storico
La profonda crisi di valori e di identità culturale che sta attraversando la nostra società in questo scorcio di secolo, e occasionalmente di millennio, non risparmia i “piccoli” centri del nostro meridione, anzi sono proprio questi ultimi a pagarne le più amare conseguenze. Un ruolo fondamentale, demandato alla conservazione dei valori culturali, è quello della storia e quindi dell’architettura. L’opera architettonica non è altro che la cartina al tornasole della società che la realizza e certamente, per quanto riguarda il “centro storico” di Campagna, non c’è da stare molto allegri, nonostante gli sforzi di talune “anime sensibili”. E’ allarmante lagost.gif’indifferenza degli stessi abitanti di fronte all’umiliante distruzione del proprio patrimonio storico-artistico, che non necessariamente deve produrre delle opere d’arte isolate, - l’intero tessuto urbano con la sua omogeneità costituiva di per sé un patrimonio artistico da salvaguardare e custodire gelosamente -. L’alibi del terremoto e della conseguente ricostruzione ha aperto il passo invece al deturpamento delle preesistenze architettonico-urbanistiche che hanno sconvolto il centro storico; Ma si può parlare ancora di “centro storico” e “centro antico” a Campagna o negli altri Comuni che hanno subito la stessa sorte, o peggio? Dalla definizione di “centro storico” si direbbe di no, visto che esso corrisponde alla città nel suo insieme, escluse quelle parti recenti o recentissime che si distinguono per lo squallore delle forme, dei materiali utilizzati, per la scelta dei colori, per le scelte progettuali poco rispettose delle preesistenze architettoniche e urbanistiche, dell’arredo urbano, delle visuali prospettiche, e si potrebbe continuare…Del “centro antico”, corrispondente al primitivo nucleo della città, che va dalle origini al medioevo con le successive stratificazioni rinascimentali, barocche ed ottocentesche, non rimangono che pochissime tracce, ad eccezione della stratificazione del tessuto viario in alcune sue parti. In conclusione ci troviamo di fronte ad un “centro storico” a macchia di leopardo, che a stento cerca di sopravvivere, e ad un “centro antico” quasi del tutto scomparso. Spero che queste poche righe possano sensibilizzare chi si cimenterà nel difficile compito di intervenire su queste delicate realtà in prossimità del nuovo millennio. 

arch. Lucio Ganelli